LA NOTTE HA MILLE RIVOLI

 

 

La locazione temporale e inutile. Non e importante stabilire quale sia il tempo ed il luogo a cui fare riferimento.

      Ogni notte, in cui la sua mente si dibatte nelle tenebre, e sempre uguale, l’una all'altra, a prescindere dal quando. Ogni ora che precede I'alba, il ritorno della gelida coscienza, e sempre uguale, I'una all'altra, a prescindere dal dove.

      Così e sempre stato, da che l’Inquisitore ha memoria. La sua anima, la sua mente, la sua essenza, non muta o, nel caso, rifiuta il mutamento. Ed ecco perchè, al calare del sole, al termine di ogni giorno, i lievi timori dell'inquisitore sono sempre i medesimi.

      Nicolas Eymerich può sperare di ingannare la notte, ma questa e un'amante capricciosa ed insaziabile, che a ogni crepuscolo I'attende con la medesima brama. La stanchezza e un'utile alleata, certo, la spossatezza delle membra induce al sonno profondo, cancella la veglia.

      In un angolo della sua mente, quella frazione di tempo non ha profondità, non ha valore, non ha significato. E' solo un intervallo di tempo sprecato in inattivita. E' solo la somma dei momenti in cui la sua mente giace in un limbo senza tempo, senza scopo, senza verità.

      Non gli assegnerà alcuna valenza. Mai. Non oserebbe.

Nicolas

Chi ti trascina nel sonno, nella notte, e il tuo corpo, l'odiata prigionia di carne di cui l'anima e vittima. La carne imperfetta, alterabile, contaminata e contaminante. La carne ancora, e la materia delle fragili membra che chiedono riposo, oblio, oscuro gorgo dentro cui la mente perde forza.

      In quel silenzio, cedono |e muraglie della tua vigile discipline interiore. II buio diventa il fluido che impregna ed annienta il tuo essere. La tua coscienza e come un corpo immerse nel mare delle pulsioni che rifiuti.


      La notte ti assorbe, ti tocca, ti impregna, compenetra il tuo essere quasi a violarti. I flutti del buio, ora liquido, si increspano e gorgogliano.

      Da un mulinello di paure fuoriescono i tuoi Orrori, una pulsante schiera di gusci chitinosi, sbrecciati e distorti, mobili ed esili arti spaventosamente allungati, ali di falena gravide di polveri e spore, corpuscoli organici dai moti guizzanti ed imprevedibili.

      Si scagliano su di te come falene impazziti e voraci, attirate dalla luce gelida della tua paura.

      Luce gelida. Luz. Mancanza. Viene dal tuo interne, dalla tua essenza più profonda, dove giacciono le verità su te stesso e le tue paure.

      Luce gelida. Luz. Assenza. Viene dal punto in cui non inoltri la tua consapevolezza, perchè sai che non potresti riuscire a mentirti.

      Gli Orrori ti assalgono. Sono come gocce e pesanti, gocce di buio, che ti contaminano le membra ed infettano l'anima. Liquido, Contatto, Tocco.

      Non puoi reagire, non hai modo di allontanarle, mentre le tue mani ne scacciano un gruppuscolo, eccone una nuova armata calare su di te.

      Quando I'esasperazione giunge al culmine, allo zenith, scopri che ti viene a mancare la tua forza più grande. La freddezza, la tua, che ti pervade in ogni momento di pericolo e prova, e ora lontana. II buio liquido attorno a te la respinge, come una membrana, lasciandoti indifeso.

La freddezza, la tua. Gelo. Immobilità di ciò che ti circonda.

      Tutto si muove, tutto si sta muovendo, non hai più il tuo Gelo. Non puoi fermare o controllare quanto avviene attorno a te.

      La moltitudine degli Orrori ti è addosso. Cedi.

      Le saldature della tua corazza emotiva, maschera gelida e morta, si piegano, si deformano, esplodono in pezzi all'affiorare della tua rifiutata natura.

      Hai paura. Paura dell'Esterno. Paura di ciò che vive, pulsa, non e partecipe del tuo rigor mortis. Paura di ciò che interagisce e non puoi controllare. Paura del contatto, della Compenetrazione. Persino Paura di scoprirti con una tua emotività.


      II raziocinio è scomparso, sei rimasto solo con la parte più vera di te stesso. Luce gelida. Luz. Ti fa male. Freddo. Nessuno ti protegge dal Freddo. Gelo. L'hai fatto tuo.

Eymerich

Ridestarsi non è rinascere, no, non e ritornare alla vita, e riappropriarsi delta propria disciplina, e ripiombare nel rigor mortis.

      Sveglio, presente, cosciente, recuperi tutta la tua forza. La liquida notte e scivolata via. Ti scuoti di dosso il tuo sentire, la tua sensibilità, relegandola in un limbo di aridità. Non e nulla. Non e stato nulla. Non può essere stato che nulla.

      Ti rialzi. Vesti le tue insegne. Geli l'emotività sotto la corazza. Dimentichi i sogni, il contatto, l'identità emozionale. Considerarli menzogne è l’unica difesa che hai. Ti illudi di essere di nuovo te stesso, complete.

      Lontano dalla Notte. Ti illudi di essere di nuovo te stesso, competo.